3 Novembre 2011
VERSO UNA STABILIZZAZIONE DEL SETTORE

“Oggi una forma in più prodotta può mettere in seria difficoltà il mercato del Parmigiano Reggiano”. È in questo modo che Marino Zani, presidente della Coldiretti di Reggio Emilia ha aperto l’incontro di questa mattina rivolto a tutti i suoi dirigenti che ricoprono ruoli dirigenziali all’interno dei caseifici.
Il mercato in questo momento è favorevole ma la produzione ha raggiunto il picco storico nella nostra provincia di + 6,6 per cento. “Trovare nuovi sbocchi commerciali oppure ridurre la produzione, una legge di mercato necessaria e sempre attuale – ha continuato Zani”.
All’incontro sono intervenuti presidente e direttore del Consorzio Parmigiano Reggiano, Giuseppe Alai e Leo Bertozzi, e del Dipartimento Controllo qualità, rispettivamente Andrea Lori e Simona Pigoni, proprio per presentare i temi salienti dell'Assemblea dei caseifici dell'8 novembre verso una coesione di azione verso un equilibrio tra crescita produttiva e incremento delle esportazioni.
Innanzi tutti i controlli che danno certezze ai consumatori ed ai produttori attivabili con l’entrata a regime del novo disciplinare di produzione.
“Con il nuovo disciplinare – ha commentato la dott.ssa Pigoni – siamo riusciti ad avere strumenti più adatti al controllo del rispetto delle regole per offrire maggiori garanzie ai consumatori e la certezza di un controllo della filiera sino al confezionamento in zona di produzione”.
Ma la vera questione che saranno chiamati a definire tutti i presidenti dei caseifici sarà la soluzione per stabilizzare il settore, ovvero i Piani produttivi.
“È in un momento come questo, in cui il mercato è positivo per la produzione di Parmigiano Reggiano, che bisogna pensare al futuro del settore generando una maggiore organizzazione per riuscire a confrontare le sfide di un mercato internazionale. La Coldiretti ha seguito e condiviso il percorso che ha portato alla definizione dei Piani produttivi – ha affermato Zani – per avere uno strumento che provi a contrastare l’andamento altalenante del prezzo di questo importante prodotto con conseguenze pesanti sulla gestione e programmazione delle singole aziende agricole”.
Per pensare ad un futuro del settore è necessario che i singoli produttori facciano un salto culturale verso la stabilizzazione dei prezzi.
“I Piano produttivi vogliono portare ad avere un prezzo definito del prodotto sul mercato – testimonia il presidente Alai – per recuperare quelle quote di consumo che si perdono con l’aumento della quotazione ma che non si recuperano totalmente con la diminuzione. È con la continuità di quotazione che si può pensare a stabilizzare il sistema”.

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