1 Marzo 2021
SUINICOLTURA, +10% VALORE PER I MAIALI CON L’ETICHETTATURA

Coldiretti Reggio Emilia: decisiva inversione di tendenza dopo che il mercato suinicolo era crollato ai minimi termini con 1 mese di etichetta salumi

 

A meno di un mese dall’entrata in vigore dell’etichetta d’origine Made in Italy su salami, mortadella e prosciutti le quotazioni dei maiali nazionali registrano un balzo del 10% per effetto di un aumento settimanale costante in tutte le sedute delle Commissioni uniche nazionali (Cun). È quanto emerge da una analisi di Coldiretti in riferimento agli effetti dell’obbligo scattato il 31 gennaio 2021 che ha impresso una decisa inversione di tendenza alle quotazioni che erano crollate ai minimi per i suini pesanti tra i 160 ed i 176 chili.

«È una misura importante per il comparto suinicolo – afferma Maria Cerabona, direttore della Coldiretti reggiana – che ha portato ad un doveroso riconoscimento di valore dopo che il settore ha registrato un crollo dei prezzi. I suinicoltori hanno visto in seria difficoltà la sostenibilità aziendale in seguito al crollo del valore del prodotto e al forte aumento delle materie prime per l’alimentazione degli animali».

«L’etichetta fortemente voluta dalla Coldiretti – continua la Cerabona – obbliga ad indicare la provenienza della carne nei salumi e consente di smascherare l’inganno della carne straniera spacciata per italiana. L’entrata in vigore dell’etichetta Made in Italy sui salumi è stata dunque – precisa la Coldiretti - un momento di svolta per i produttori italiani per effetto delle aspettative generate per la domanda di prodotti Made in Italy».

A preoccupare è infatti l’invasione di cosce dall’estero per una quantità media di 56 milioni di “pezzi” che ogni anno si riversano nel nostro Paese per ottenere prosciutti da spacciare come Made in Italy. La Coldiretti stima, infatti, che tre prosciutti su quattro venduti in Italia siano in realtà ottenuti da carni straniere senza che questo sia stato fino ad ora esplicitato in etichetta.

Investire sul Made in Italy diventa dunque importante anche alla luce dell’analisi del centro studi divulga sulle prospettive agricole mondiali al 2029 per le quali si stima che la carne suina sarà uno dei “driver” principali dell’aumento della domanda internazionale di carne.

«In un momento difficile per l’economia – conclude la Cerabona - dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza con l’obbligo di indicare in etichetta il Paese d’origine di tutti gli alimenti per combattere la concorrenza sleale al Made in Italy».

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