5 Novembre 2020
SOS PESTE SUINI: STOP ANIMALI DA GERMANIA

Coldiretti Reggio Emilia: ancora più importante fermare le importazioni di suini dall'estero per tutelare i nostri allevamenti

Con il diffondersi di casi di peste suina in Germania è necessario fermare immediatamente le importazioni di animali vivi provenienti o in transito dalle zone interessate per tutelare le aziende reggiane che contano quasi 260 mila capi allevati. È quanto evidenzia la Coldiretti di Reggio Emilia in riferimento all’estendersi dei contagi in Germania dal Brandeburgo alla Sassonia.

«C’è preoccupazione tra i nostri allevatori per la peste suina africana (PSA) che si sta diffondendo in diverse parti della Germania – riferisce Maria Cerabona direttore della Coldiretti di Reggio Emilia. La peste suina può colpire cinghiali e maiali ed è altamente contagiosa e spesso letale per gli animali ma non è trasmissibile agli esseri umani».

Questo virus può passare facilmente da un animale all’altro attraverso stretti contatti con attrezzature contaminate (camion e mezzi con cui vengono trasportati gli animali, stivali, ecc.) o attraverso resti di cibo abbandonati dall’uomo.

Un possibile veicolo di contagio possono essere peraltro i cinghiali il cui numero negli ultimi anni si è moltiplicato in Italia dove si stima la presenza di circa 2 milioni di esemplari. Un pericolo denunciato recentemente dalla stessa virologa Ilaria Capua che ha parlato del rischio effetto domino se oltre al covid la peste suina passasse in Italia dagli animali selvatici a quelli allevati.

Considerata dunque la facilità di trasmissione – conclude Coldiretti – il rischio che il contagio possa essere esteso agli allevamenti italiani rappresenterebbe un gravissimo danno economico per le imprese e per la pubblica amministrazione, con costi di decine di milioni di euro per procedere ai necessari interventi di prevenzione.

«Abbiamo sensibilizzato anche gli Atc – commenta infine la Cerabona – perché non acquistino selvaggina, lepri in particolare, da paesi stranieri in cui è diffusa la peste suina africana o altre epizoozie, così come suggerito anche dal nuovo piano faunistico regionale, in modo tale da limitare i rischi di contagio verso i nostri allevamenti».

 

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