23 Giugno 2022
SICCITA’: PO IN SECCA, CAMBIANO LE SCELTE COLTURALI

Coldiretti Reggio Emilia: bene stato di crisi regionale, serve subito lo stato di emergenza e una accelerazione sul piano invasi con l’89% perso di acque piovane in un anno.

Cambiano le scelte colturali a seguito della crisi idrica e dell’aumento dei costi, -10% le semine di mais rispetto allo scorso anno.

Il livello del Po è a -3,3 metri rispetto allo zero idrometrico, più basso che allo scorso agosto.

La siccità in aumento colpisce i raccolti dei cereali, dal mais al grano ma anche i foraggi per l’alimentazione degli animali. È quanto emerge dall’ultimo monitoraggio della Coldiretti sulla preoccupante situazione del Po, praticamente irriconoscibile con una grande distesa di sabbia, al Ponte della Becca (Pavia) nel momento in cui si aggrava l’arsura nei campi per l’ultima ondata di caldo in Italia con temperature previste oltre i 40 gradi.

È una situazione di emergenza nazionale che - sottolinea la Coldiretti - riguarda coltivazioni ed allevamenti travolti da una catastrofe climatica che si prefigura addirittura peggiore di quella del 2003 che ha decimato le produzioni agricole.

Serve lo stato di emergenza dunque – dichiara la Coldiretti reggiana – ma serve anche accelerare sulla realizzazione di importanti interventi di raccolta e di risparmio delle acque, anche alla luce della perdita annua dell’89% dell’acqua piovana nazionale, per conservare l’acqua e distribuirla quando serve ai cittadini, all’industria e all’agricoltura e per scongiurare nuove gravi emergenze come questa attuale, in cui la Regione ha già dichiarato lo stato di crisi e il Po si trova in una situazione da "semaforo rosso". In gioco – continua la Coldiretti reggiana – c’è l’approvvigionamento alimentare a fronte di una crisi idrica, la cui severità si appresta a superare quanto mai registrato dagli inizi del secolo scorso. Diventa urgentissimo lo stato di emergenza nei territori interessati con l’intervento del sistema della Protezione civile per coordinare tutti i soggetti coinvolti, Regioni interessate, Autorità di bacino e Consorzi di bonifica, e cooperare per una gestione unitaria del bilancio idrico”.

La grave situazione che la crisi idrica sta provocando nei campi è ovviamente resa ancor più difficile dalle alte temperature – precisa la Coldiretti di Reggio Emilia – dove le coltivazioni si trovano in una situazione di stress idrico che mette a rischio le produzioni. Le ripercussioni sono anche scelte di diverse coltivazione– continua la Coldiretti reggiana; sul nostro territorio provinciale abbiamo stimato un calo rispetto allo scorso anno di oltre il 10% delle semine di mais a favore del sorgo, scelte indotte sia dalla crisi idrica sia dagli aumenti dei costi di produzione.

La tendenza all’innalzamento della colonnina di mercurio è ormai strutturale in Italia dove – conclude la Coldiretti - la classifica degli anni più caldi negli ultimi due secoli si concentra nell’ultimo periodo e comprende nell’ordine – precisa la Coldiretti – il 2018, il 2020, il 2015, il 2014, il 2019 e il 2003.

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