2 Settembre 2016
Rispettiamo l’ambiente e le persone che ci vivono e lavorano

«Gli agricoltori sono da sempre in prima linea nella custodia del creato – commenta il direttore della Coldiretti di Reggio Emilia Assuero Zampini in occasione della Festa del Creato. Ce ne ricordiamo in particolar modo durante le occasioni speciali ma il lavoro degli agricoltori è quotidiano, costante e instancabile, con o senza riconoscimenti».

Sono da sempre chiamati sentinelle del territorio gli agricoltori che operando nei propri campi danno uno sguardo al fosso, alle siepi, ai boschi, alla rive del torrente, alla carreggiata, così come agli animali selvatici che vi abitano osservandone le evoluzioni.

«Non è un caso – commenta Daniele Immovilli, responsabile della Coldiretti di Castelnovo ne’ Monti – che le denuncie di situazioni a rischio ambientale, dai problemi legati all’acqua a quelli relativi alla fauna selvatica, spesso parte proprio da chi ha fatto della valorizzazione della terra e dei suoi frutti il proprio lavoro, come gli agricoltori appunto». 

Coldiretti si è fatta portavoce, anche durante Expo 2015, della stretta connessione tra ambiente, agricoltura, biodiversità e benessere sociale ed anche in questa occasione la vuole ribadire. Il Tempo per la Creazione, dal 1 settembre al 4 ottobre (la festa di San Francesco d’Assisi nella tradizione occidentale) è un periodo speciale per un numero sempre crescente di Chiese in Europa. 

«Gli agricoltori – continua Marcello Zanetti, responsabile della Coldiretti della zona collinare - non esitano a mettere a servizio dell’ambiente e delle comunità in cui vivono il loro lavoro con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio verde che ci circonda, di tutelarlo e salvaguardarlo».  

In un comunicato congiunto diffuso in questi giorni del CCEE (Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa) e del CEC (Conferenza delle Chiese Europee) si legge “rispettare la creazione non significa soltanto proteggere e salvaguardare la terra, l’acqua e le altre componenti del mondo naturale. Consiste anche nell’esprimere rispetto per gli esseri umani che condividono quei doni e ne portano la responsabilità”. 

«Rispettare il creato vuol dire anche governarlo e gestirlo nel miglior modo possibile – conclude Zampini - in un ambiente che nei secoli è stato plasmato dall’uomo, talune volte anche in modo negativo come per un consumo del suolo sconsiderato o dando spazio a specie animali non autoctone o addirittura lasciandone sovrappopolare altre producendo danni poi da arginare e gestire».

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