6 Maggio 2011
RAGGIUNTO ACCORDO SU NITRATI

L’approvazione dello schema di accordo per l’aggiornamento delle zone vulnerabili e l’adeguamento dei programmi di azione previsti dalla direttiva nitrati  è un passo determinante per salvare la produzione di Parmigiano Reggiano, di salumi e gli stessi allevamenti della nostra realtà produttiva”. È quanto afferma il presidente della Coldiretti di Reggio Emilia Marino Zani, nel commentare l’approvazione della conferenza stato-regioni dello schema di accordo sulla direttiva nitrati.
“Un atto di buon senso che fa chiarezza su questioni che troppo spesso mettono ingiustamente l’agricoltura sotto accusa – continua Zani. I numerosi adempimenti a carico delle imprese zootecniche in zona vulnerabile hanno contribuito a compromettere, in questi ultimi anni, le aspettative di reddito degli allevatori tenuti all’osservanza di una serie di vincoli che, oltre ad apparire onerosi ed eccessivi, sono risultati in larga parte insufficienti nel contrastare i problemi di inquinamento”.

Sono oltre un migliaio gli allevamenti reggiani coinvolti dalla direttiva nitrati e sono circa trecento quelle collocate nella fascia a sud della via Emilia a cui è stato richiesto di sostenere importanti sforzi economici per gli adeguamenti richiesti. Solo per questi adeguamenti il costo di produzione del latte per Parmigiano Reggiano è aumentato dell’6 -7%.

“L’inquinamento da nitrati delle falde è una problematica reale che non va sottovalutata, commenta il direttore della Coldiretti reggiana Giovanni Pasquali, ma nemmeno accollata unicamente alla zootecnia reggiana. Il risultato ottenuto è stato raggiunto grazie alle richieste di Coldiretti e alla collaborazione delle cinque regioni del Nord maggiormente interessate al problema (Emilia Romagna, Veneto, Lombardia, Piemonte, Friuli Venezia Giulia) e finalmente si arriverà ad una elaborazione dei carichi inquinanti scientificamente sostenuta”.

Si tratta di una posizione chiara e comune per tutte le diverse realtà regionali che  subordina l’applicazione della disciplina alla realizzazione di un’indagine finalizzata all’aggiornamento della delimitazione territoriale sottoposta a vincolo e a una revisione più complessiva degli adempimenti previsti a carico delle imprese agricole. 

La partita si sposta ora a Bruxelles dove tocca allo Stato italiano difendere l’accordo raggiunto. In attesa di trovare soluzioni agronomiche adeguate occorre dunque distribuire il peso dei vincoli in misura proporzionale tra le diverse fonti di inquinamento compresa la depurazione civile. Per far questo, però, è necessario avviare studi analitici con monitoraggi precisi e aggiornati.
 

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