Quote latte
Anche quest’anno allevatori reggiani in salvo dalle multe
Scongiurato il rischio multe per le quote latte nella campagna 2012-2013, con la produzione nazionale che rimane sotto il fatidico tetto dei 10 milioni e 883mila tonnellate assegnato dall’Unione Europea all’Italia, oltre il quale sarebbe scattato il cosiddetto splafonamento e le sanzioni conseguenti. È quanto afferma la Coldiretti sulla base dei dati Agea dai quali si evidenza che il quantitativo consegnato, rettificato in base al tenore di materia grassa, è inferiore alla quota di consegne nazionale pari a 10.871.559 tonnellate.
Dopo le maggiori produzioni del primo trimestre della campagna lattiera, in cui si è assistito ad un notevole aumento delle consegne di circa il 3-4 per cento rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno che aveva provocato un diffuso allarme tra gli allevatori, c’è stata una lenta regressione dei livelli produttivi nei mesi da luglio ad ottobre, che ha avuto una decisa accelerata dal mese di dicembre. Il trend di calo è quindi proseguito anche a gennaio, febbraio e marzo. Anche l’Emilia Romagna ha contribuito a garantito il contenimento della produzione.
Questa è la terz'ultima campagna lattiera in cui vige il regime delle quote che secondo l’Unione Europea sparirà nel 2015. La questione quote latte - ricorda Coldiretti - è iniziata 30 anni or sono nel 1983 con l’assegnazione ad ogni Stato membro dell’Unione di una quota nazionale che poi doveva essere divisa tra i propri produttori. All’Italia fu assegnata una quota molto inferiore al consumo interno di latte. Il 1992, con la legge 468, poi il 2003, con la legge 119, e infine il 2009, con la legge 33, sono state le tappe principali del difficile iter legislativo per l’applicazione delle quote latte. Per ultimo con la legge di stabilità è stata introdotta una efficace norma per la riscossione coattiva, che prevede di affiancare all'Agea (Agenzia per l’erogazioni in agricoltura) l'esperienza e la capacità operativa di Equitalia e della Guardia di Finanza.