10 Luglio 2014
Quote latte L’Europa vuole i soldi delle vecchie multe

   Quote latte
L’Europa vuole i soldi delle vecchie multe
Coldiretti: bene il cambio di passo che ci si è dati. Liberiamoci dalle eredità fatte di errori, ritardi ed anche di agevolazioni per i disonesti

È una eredità delle troppe incertezze e disattenzioni del passato nel confronti dell’Europa sulle quali è finalmente intervenuto con un deciso cambio di passo il presidente del Consiglio. È quanto afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel commentare l'invio di un parere motivato con il quale la Commissione europea ha ingiunto formalmente all'Italia di recuperare presso i produttori di latte multe per 1,395 miliardi di euro dovute al superamento delle quote di produzione loro assegnate tra il 1995 e il 2009.
Queste pendenze riguardano appena duemila produttori di cui 600 devono pagare somme superiori a 300 mila euro, cioè la gran parte del debito. «Un comportamento che riguarda solo marginalmente la nostra provincia, perché è di poche aziende – commenta Marino Zani, presidente della Coldiretti reggiana - ma che comunque fa concorrenza sleale alla stragrande maggioranza degli allevatori reggiani e italiani oltre a danneggiare le casse dello Stato. Le aziende che non hanno regolarizzato questa posizione hanno continuato a produrre latte fuori quota venduto in nero scompensando il prezzo di mercato».

Infatti in provincia di Reggio Emilia dei mille produttori che erano in multa il 98% delle aziende zootecniche ha regolarizzato la propria posizione acquistando quote e rateizzando le multe pregresse. Un’azienda reggiana, ad esempio, con circa 100 capi in stalla, ha investito negli anni mediamente 150 mila euro per acquistare quote e ottenere la possibilità di aumentare la propria produzione di latte, e 70 mila euro per pagare le multe assegnate.

La questione quote latte - ricorda Coldiretti - è iniziata 30 anni or sono nel 1983 con l’assegnazione ad ogni Stato membro dell’Unione di una quota nazionale che poi doveva essere divisa tra i propri produttori ma all’Italia fu assegnata una quota molto inferiore al consumo interno di latte. Una disattenzione nei confronti delle politiche comunitarie sulla quale si sono accumulati errori, ritardi e compiacenze che hanno danneggiato la stragrande maggioranza degli agricoltori italiani che si sono messi in regola ed hanno rispettato le norme negli anni acquistando o affittato quote per un valore complessivo di 2,42 miliardi di euro.

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