28 Novembre 2017
PASTA: BENE CONFERMA DEL TAR SULL’ETICHETTA DI ORIGINE

La decisione del Tar di respingere l'istanza di sospensione del decreto per l’etichettatura d’origine del grano utilizzato nella pasta accoglie le richieste dell’81% degli italiani che chiedono maggiore trasparenza su quel che portano in tavola. È quanto affermano Vitangelo Tizzano e Assuero Zampini, vertici della Coldiretti reggiana nel commentare la decisione del Tribunale amministrativo regionale del Lazio che ha bocciato il ricorso dei pastai contro il decreto dei ministri delle Politiche Agricole Maurizio Martina e dello Sviluppo Economico Carlo Calenda per l’introduzione in Italia dell’obbligo di indicazione della materia prima a partire dal febbraio 2018 sull’etichettatura della pasta.
«Prendiamo atto con soddisfazione che la Magistratura – commentano Tizzano e Zampini – ha riconosciuto il primato degli interessi dell’informazione dei cittadini su quelli economici e commerciali, respingendo un ricorso che andava contro gli interessi dell’Italia e degli italiani che chiedono trasparenza. Non si può impedire ai consumatori di conoscere la verità – aggiungono – impedendo loro di sapere se nella pasta che stanno acquistando è presente grano canadese trattato in preraccolta con il glifosate, accusato di essere cancerogeno e per questo proibito sul grano italiano».
Il decreto per l’etichettatura d’origine della pasta punta anche a contrastare le speculazioni che hanno provocato il crollo dei prezzi del grano italiano al di sotto dei costi di produzione e mettono a rischio i 12mila ettari che nel 2017 sono stati coltivati a grano a Reggio Emilia senza l’uso del glifosate. 

 

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