1 Febbraio 2010
ORTOFRUTTA: PUNTARE SU ITALIANITA’ ED EXPORT

Il 2009 verrà ricordato come uno degli anni peggiori per le produzioni ortofrutticole, paragonabile, per certi prodotti, al 2005. Il crollo dei prezzi all’origine, con le quotazioni di alcuni prodotti dimezzate o praticamente azzerate (come la destinazione industriale) a fronte di prezzi al dettaglio che, mantenendosi “robusti”, hanno anche penalizzato i consumi, non consentendo alle imprese agricole di chiudere in attivo i bilanci 2009.
L’analisi dei dati Istat attualmente disponibile, relativa all’import/export dei primi 10 mesi del 2009, conferma le gravi difficoltà delle nostre esportazioni, peraltro aggravate da una forte crescita delle importazioni e quindi della pressione competitiva del prodotto estero sul nostro mercato.
Le importazioni sono cresciute sia in termini di quantità (+8%), che in termini di valore (+4,6%), mentre le nostre esportazioni sono calate in termini di quantità (-2%) e ancora di più in termini di valore (-15,6%).
In particolare il saldo degli scambi, in volume, è diventato negativo, nei primi 10 mesi del 2009, con 293.998 tonnellate importate in più rispetto alle quantità esportate. In termini di valore il saldo si è fortemente assottigliato, ma rimane positivo per 48 milioni di euro (erano 672 milioni di euro nello stesso periodo, gennaio-ottobre, del 2008).
È evidente che il mix di queste due situazioni, aumento delle importazioni e calo delle esportazioni, è letale per il nostro sistema. La crisi di alcuni mercati tradizionali e le difficoltà dei nuovi mercati dell’Est hanno determinato il calo delle nostre esportazioni e lo spostamento di produzioni estere verso il nostro mercato.
Bisogna assolutamente che vengano aumentati i controlli sulla corretta etichettatura, sul sistema distributivo, se è vero che ci sono addirittura prodotto che parte dall’estero già etichettato come italiano e campagne promozionali che promettono ortofrutta italiana, ma vendono poi quella straniera.
Fidelizzare il consumatore al prodotto ortofrutticolo nazionale, anche attraverso la riscoperta dei sapori e della stagionalità, e rilanciare le esportazioni sono i due snodi fondamentali attraverso cui passa il futuro dell’ortofrutticoltura del nostro Paese.

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