20 Giugno 2016
MOBILITAZIONE DAVANTI LA REGIONE GIOVEDI 23 GIUGNO

Aumentano i danni, gli incidenti e le aggressioni causati dal proliferare senza controllo di ungulati e animali selvatici che distruggono i raccolti agricoli, causano incidenti stradali e in alcuni casi attaccano e creano problemi agli animali allevati per un totale stimato a livello nazionale di quasi 70 miliardi di euro, senza contare i casi in cui è stata messa in pericolo la vita delle persone.
Negli ultimi 10 anni il numero dei cinghiali presenti è praticamente raddoppiato rispetto alla densità sostenibile, con animali che superano anche i 150 chili di peso e che, unitamente agli altri selvatici, provocano seconda una stima Coldiretti Reggio Emilia nei nostri territori un danno alle foraggere e ai cereali di oltre 350mila euro all’anno.

«È giunto il momento di avere delle risposte – commentano i vertici della Coldiretti reggiana – l’emergenza non è un fenomeno recente, ma si protrae da circa 20 anni e le segnalazioni di allarme degli agricoltori sono un segnale forte dell’impatto negativo sul territorio in termini economici e sociali. Una situazione insostenibile che sta provocando l’abbandono delle aree interne e soprattutto montane dove la presenza dell’uomo è fondamentale per la tutela del territorio, e rischiano di dimezzare gli oltre 4.000 milioni di Produzione Lorda Vendibile (Plv) agricola dell’Emilia Romagna, con conseguenti gravi perdite di posti di lavoro.».

Non è più solo una questione di risarcimenti dei danni - precisa Coldiretti Reggio Emilia - ma è diventato un fatto di sicurezza delle persone e della vita nelle campagne. Per chi opera nelle aree montane e svantaggiate è a rischio la possibilità di poter proseguire l'attività agricola, se i prati coltivati continueranno ad essere gravemente danneggiati il rischio è che le aziende agricole non riescano ad arrivare alla produzione del 50% di foraggio aziendale così come richiesto dal nuovo disciplinare del Parmigiano Reggiano, pensato appositamente per incrementare il legame tra prodotto e territorio.
Quest’ultimo infatti risulta minacciato anche per la componente strettamente ambientale. Basti pensare che un cinghiale scava da 5 ai 30 cm di profondità mentre le nutrie minano canali e fossi e come di recente danneggiano angurie nelle serre causando danni in una sola notte fino a 4.500 euro.  Questo dunque uno delle motivazioni che spinge gli agricoltori alla mobilitazione di giovedì 23 giugno davanti alla Regione. 

La goccia che ha fatto traboccare il vaso della pazienza agricola sono stati i ritardi e le indecisioni da parte dell’ assessore Agricoltura, Caccia e Pesca Simona Caselli sul Piano di Sviluppo Rurale (Psr) di giovani agricoltori. Alla difficoltà di investire risorse per le imprese e agli attacchi degli animali selvatici si aggiungono:  il peso della burocrazia dell’ente pubblico, che si è aggravata in questo momento di passaggio di funzioni e competenze tra le ex-province e la Regione, e, infine, i continui rinvii della revisione delle aree vulnerabili ai nitrati.
Non sono più accettabili ulteriori ritardi dell’Assessorato Agricoltura nell’affrontare questi problemi che rischiano di portare all’abbandono delle campagne.

Coldiretti chiede un immediato e risolutivo intervento al fine di reperire tutte le risorse necessarie a copertura delle domande del Psr per i giovani imprenditori ad oggi presentate, che la regione presenti sollecitamente a Bruxelles una proposta di modifica delle aree vulnerabili nitrati che tenga conto delle nuove fonti di inquinamento non agricole, il ritiro del provvedimento direttiva danni da fauna selvatica in quanto penalizzante per il mondo agricolo, l’apertura di un tavolo di confronto sulla proposta di legge regionale in materia di A.T.C  al fine di ottenere indennizzi totali dei danni, lo sviluppo di azioni efficaci di prevenzione e controllo e l’obbligo della piena applicazione dei piani di prelievo, in materia di semplificazione la delibera che ampli e renda totalmente operativo l’art. 11 della legge regionale 19/2011 sul silenzio assenso, l’emanazione della legge regionale che permetta l’istituzione dei Distretti al fine di valorizzare le nostre produzioni, l’emanazione del regolamento di attuazione della legge sull’itti-turismo, pesca-turismo e acqui-turismo atteso da due anni.

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