Nessuno come noi agricoltori sa bene cosa siano i sacrifici e come il contributo al bene del Paese rappresenti un dovere per tutti. Noi non ci tiriamo indietro, ma equità e misure per la crescita devono riguardare anche il nostro settore. È la considerazione del presidente della Coldiretti reggiana, Marino Zani, in merito alla manovra in discussione al Parlamento.
Il bene terra se utilizzato come fattore della produzione in una impresa agricola merita un trattamento fiscale ben diverso da quello riservato a chi il fondo agricolo lo detiene a fini speculativi o hobbistici e questo vale ancora di più se si tratta di imprese professionali tenuto conto inoltre che praticamente nessuna delle misure previste nella manovra per la crescita delle imprese è applicabile al settore agricolo.
«Sono questi i motivi per cui abbiamo consegnato al presidente del Consiglio Mario Monti e al Governo direttamente dalla mani del nostro presidente nazionale Sergio Marini alcune proposte per una filiera agricola più trasparente, più competitiva, più rispettosa di tutti – commenta Zani. Le nostre proposte rappresenterebbero emendamenti immediatamente applicabili e a costo zero».
Dobbiamo convincerci tutti che equità e crescita sostenibile sono i nuovi beni comuni ai quali il nostro Paese non può derogare in ogni caso ma soprattutto nel settore agricolo, strategico per il Made in Italy. Per l’agricoltura il decreto legge prevede, per il calcolo dell’imposta municipale propria (ex Ici) che - ha sottolineato la Coldiretti - per i terreni agricoli il valore dell’immobile è costituito da quello ottenuto applicando all’ammontare del reddito dominicale risultante in catasto, rivalutato del 25 per cento, un moltiplicatore pari a 130. È introdotta inoltre una aliquota dello 0,2 per cento di base dell’imposta per i fabbricati rurali ad uso strumentale e addirittura dello 0,4 per cento per le prime abitazioni rurali dei coltivatori diretti che come noto hanno vincoli oggettivi e soggettivi molto diversi dalle altre abitazioni. Sempre per i fabbricati rurali, si stabilisce una proroga al 31 marzo 2012 della scadenza per la presentazione della domanda di riconoscimento dei requisiti di ruralità (e delle successive, conseguenti scadenze). Il decreto - ha continuato la Coldiretti - dispone ulteriori oneri per le imprese con la rideterminazione delle aliquote contributive di coltivatori diretti, mezzadri e coloni. La manovra - ha concluso la Coldiretti contiene anche norme che modificano quelle contenute nella legge di stabilità sull’alienazione dei terreni agricoli e l’ulteriore stanziamento a favore dell’Agea, che sarà, per l'anno 2012, di 40 milioni di euro.
«È il senso di responsabilità e il bene che vogliamo a questo Paese che ci ha portato a non manifestare in piazza di fronte alle iniquità che questa manovra riserva al settore agricolo - ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini. È evidente che finita “l’emergenza manovra” dovremmo aprire un serrato confronto con il Parlamento e il Governo per riaffermare il ruolo strategico di un settore determinante dell’economia reale, una leva competitiva formidabile per il Made in Italy nel mondo. Ruolo che evidentemente a troppi ancora sfugge».