17 Luglio 2011
MANOVRA: COLDIRETTI, MAIALI ITALIANI VITTIME SPECULATORI IN BORSA

Gli speculatori della borsa hanno fatto vittime tra i maiali italiani che hanno visto moltiplicare il costo della razione giornaliera per effetto dello sostamento dei capitali dai mercati finanziari in difficoltà a quelli delle materie prime utilizzate per l'alimentazione animale come il mais, componente fondamentale della dieta, che sta per superare il massimo storico di 7,2 dollari per bushel al Chicago Board of Trade. E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che anche negli allevamenti c’è attesa per gli effetti della manovra appena varata sulla riapertura settimanale delle contrattazioni perché gli speculatori si muovono con facilità dai titoli finanziari ai metalli preziosi come l’oro fino alle materie prime come grano, mais e soia, dove hanno provocato una volatilità dei prezzi che mette a rischio le coltivazioni e l’allevamento in molti Paesi. Da gennaio dell’anno scorso a oggi, il prezzo medio del piatto alla mangiatoia è salito in Italia in media ad oltre 28 euro al quintale, un record europeo considerata che la media Ue è poco sotto i 23 euro al quintale, si va dai quasi 20 euro di Francia e Germania ai quasi 24 della Danimarca, anche perché - spiega la Coldiretti - i maiali nazionali mangiamo solo prodotti di qualità previsti dai rigidi disciplinari di produzione dei prosciutti Dop. Per la crescita di un suino adulto a fronte di una razione giornaliera di tre chili e mezzo, servono in media 500 chili di mangime (fra mais, crusca, frumento, orzo e siero di latte) con un costo di oltre 160 euro solo per l’alimentazione. Poi ci sono le spese di gestione dell’azienda, quelle per l’energia, quelle per l’acquisto dei suinetti. Ai valori attuali e con una stima prudenziale - spiega la Coldiretti - i costi di produzione per un suino adulto si aggirano sui 260 euro, pari a 1,62 euro al chilo contro una quotazione che non supera 1,40 euro al chilo. Questo significa che si perdono 30 euro a capo e che un’azienda di medie dimensioni ci rimette quasi 180 mila euro all’anno. A livello nazionale - stima la Coldiretti - il “buco” supera i 300 milioni in Italia. Centinaia di aziende - conclude la Coldiretti - hanno chiuso o stanno per farlo. 
 

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