29 Giugno 2011
Mangia sano, mangia nostrano, chiedi Suino Italiano

Chi conosce la differenza tra la carne di suino italiano e quella straniera? Chi sa quanta carne italiana è presente nel salame tipo felino? Chi è al corrente dell’origine del prosciutto crudo che acquista? L’etichetta di origine per la carne suina non è ancora obbligatoria e dietro questa mancanza di chiarezza ci sono ampi spazi per inganni, speculazioni, concorrenze sleali, furti di valore e di identità sino a truffe e frodi alimentari.
3 prosciutti venduti su 4 sono stranieri. E come è possibile esserne informati?
Le frodi a tavola sono quelle più temute da sei cittadini italiani su dieci (60 per cento) che le considerano più gravi di quelle fiscali e degli scandali finanziari, secondo l’indagine Coldiretti/Swg, poiché possono avere effetti sulla salute.

“La credibilità conquistata da noi agricoltori nel garantire la qualità delle produzioni è un patrimonio da difendere con tenacia nei confronti di quanti con inganni seppur legali e con contraffazioni sfruttano la fiducia acquisita con il nostro lavoro per fare affari”. È quanto affermato il presidente della Coldiretti reggiana Marino Zani nel presentare l’evento organizzato per venerdì 1 luglio in piazza Prampolini a Reggio Emilia.
“Insieme ai colleghi di Modena e Parma – continua Zani - abbiamo pensato ad una serata di festa in cui presentare e svelare le vere qualità del maiale nostrano a tutti i consumatori che hanno voglia di essere protagonisti della propria spesa, dei propri consumi e della propria alimentazione senza subire quanto viene proposto in modo indiscriminato da pubblicità accattivanti e da scarsa trasparenza delle informazioni”

Senza la trasparenza dell’origine l’inganno ha dilagato in questi anni danneggiando sia i consumatori sia gli allevatori, che sempre più spesso chiudono le loro imprese per mancanza di riconoscimento economico da parte del mercato, come sta accadendo ai suinicoltori che si trovano a far fronte a spese superiori ai loro ricavi e da sempre producono nel segno della qualità e della sicurezza. Il rischio di estinzione del maiale locale e con esso i prodotti tradizionali di qualità che ne derivano è reale.
La suinicoltura reggiana continua nella sua lenta e costante retrocessione. Oggi si attesta sui 321.000 capi allevati in provincia contro gli oltre 500.000 di 5 anni fa e gli 800.000 di 15 anni fa.
La suinicoltura reggiana dunque si è dimezzata negli ultimi 15 anni ed oggi sugli scaffali dei negozi ben due prosciutti su tre provengono da maiali allevati in Olanda, Danimarca, Francia, Germania e Spagna, senza che questo venga chiaramente indicato in etichetta, anzi, l'uso di indicazioni fuorvianti come “di Montagna” o “Scelto” spesso ingannano il consumatore sulla reale origine di ciò che mangia.
L’Italia produce soltanto il 60% del consumo interno di carne suina, del 40% di carne importa non si è certi della provenienza, all’interno della medesima struttura si macellano e si lavorano sia capi nazionali sia esteri e si stagionano cosce DOP e cosce estere.
Il messaggio di Coldiretti è chiaro. Chiedete suino italiano perché è alimentato in modo equilibrato assicurando una ridotta quantità di colesterolo e una composizione di grassi perfettamente in linea con le esigenze nutrizionale dell’uomo moderno, è nutrito con alimenti vegetali di alta qualità come il mais, l’orzo, la crusca, la soia che garantiscono alle sue carni alta digeribilità e un elevato apporto proteico, è sottoposto ad attenti controlli igienico sanitari in ogni fase del processo produttivo ed di origine certa, agricola e italiana.
A tutti gli appassionati di maiale le Coldiretti di Reggio Emilia, Modena e Parma danno appuntamento venerdì 1 luglio dalle 19.00 in piazza Prampolini a Reggio Emilia per apprezzarlo ancora di più!

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