La scelta del governo francese di mantenere il bando sul mais biotech Mon810 per proteggere l’ambiente, nonostante la revoca proposta dal Consiglio di Stato d'oltralpe, rafforza la scelta dell’Italia di mantenere il proprio territorio libero da Ogm e dovrebbe far riflettere anche il Ministro Corrado Clini che si è esercitato in inutili polemiche. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare la decisione del ministro dell’ Agricoltura francese, Bruno le Maire di mettere al bando "a titolo precauzionale" del mais Ogm, il MON 810 prodotto dalla statunitense Monsanto, dopo che lo scorso novembre il Consiglio di Stato d'oltralpe aveva revocato il divieto di seminare il mais Ogm della Monsanto adottato dal governo. Le scelte di Italia e Francia non sono certamente isolate in Europa dove – sottolinea la Coldiretti - sono coltivati con organismi geneticamente modificati (Ogm) appena 114.290 ettari di terreno, pari a molto meno dello 0,001 per cento della superficie agricola totale europea che è di 160 milioni di ettari, secondo una analisi della Coldiretti sulla base dei dati dell'“International Service for the Acquisition of Agri-biotech Applications” (ISAAA) che evidenziano che le superfici sono rimaste praticamente stabili negli ultimi cinque anni nonostante le pesanti pressioni delle multinazionali sui poteri “salvifici” del biotech. Inoltre - continua la Coldiretti - su un totale di 27 paesi europEi sono solo 8 quelli dove si coltivano gli Ogm: in 6 è stato è coltivato mais biotech (Spagna, Romania, Slovacchia, Portogallo, Polonia, e Repubblica Ceca) e in tre paesi (Germania, Svezia e Repubblica Ceca) patata “amflora” da seme. La contrarietà delle Istituzioni della stragrande maggioranza dei paesi Europei e degli agricoltori è dovuta - sottolinea la Coldiretti - all’atteggiamento contrario dei cittadini europei, come dimostra l’ultimo sondaggio Eurobaromestro dal quale emerge che una netta maggioranza del 61 per cento, in aumento rispetto al 57 per cento del 2005, è molto contraria ai cibi geneticamente modificati. Tale percentuale è piu’ alta in Italia dove il 71 per cento degli Italiani ritiene che i cibi biotech siano meno salutari di quelli tradizionali secondo monitoraggio effettato dalle indagini Coldiretti/Swg. Il fatto che la percentuale sia rimasta sostanzialmente stabile nel tempo dimostra che - continua la Coldiretti - si tratta di un convincimento fortemente radicato nella popolazione. “Una agricoltura che guarda al mercato deve rispondere ai bisogni dei cittadini che chiedono di consumare alimenti sani, senza modificazioni genetiche, in un ambiente non contaminato”, ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio marini nel sottolineare che “il successo del cibo italiano sta proprio nell’aver investito nella distintività e nel legame con il territorio che sono tutto il contrario della omologazione promossa dal biotech.
20 Marzo 2012
FOCUS OGM: FRANCIA RAFFORZA SCELTA ITALIANA