Una strategia di difesa comune per contrastare la recrudescenza di flavescenza dorata che colpisce vigneti in pianura e in collina in tutte le province dell'Emilia Romagna è quanto ha messo a punto la Regione per affrontare questa patologia della vite che provoca gravi danni alle produzioni. Si è riunita a tal scopo l’apposita cabina di regia alla quale hanno partecipato l'assessore regionale all'Agricoltura, Alessio Mammi, il Settore fitosanitario regionale e una delegazione di Coldiretti Emilia Romagna.
L’intervento dell’assessore Mammi testimonia la consapevolezza della gravità del problema, che si concretizza attraverso proposte articolate e concrete ai vertici istituzionali nazionali. È infatti necessaria una strategia nazionale sia per il livello di contagio della fitopatia, in diffusione su tutto il territorio nazionale, che per coordinare le misure di lotta obbligatoria, nonché per ottenere un’adeguata dotazione finanziaria a supporto di tutti gli interventi necessari.
Attualmente il fondo nazionale per il sostegno alle imprese agricole colpite dalla flavescenza dorata ha una dotazione di 1,5 milioni di euro per il 2023 e di 2 milioni per il 2024, fondi chiaramente insufficienti. Coldiretti Emilia Romagna ha ottenuto l’impegno dell’assessore Mammi a chiedere al Governo di incrementare il budget stanziato nella finanziaria 2023 e l’impegno della Regione per avere delle risposte tempestive.
Cosa dobbiamo attenderci nel 2023? Nell’immediato un’azione di sensibilizzazione e informazione, con una serie di incontri con i viticoltori in programma anche nei prossimi mesi, promossi dalla cabina di regia in collaborazione con le associazioni dei produttori.
Una novità importante sarà poi l’affiancamento in campo dei viticoltori con esperti fitosanitari, da fare da giugno a settembre, nel periodo in cui la sintomatologia è più evidente. Un gruppo di esperti lavorerà insieme ai produttori in campo su un campione di 1800 vigneti in regione, che rappresentano più del 10% del totale regionale, per la mappatura dei sintomi e la messa a punto e attuazione, già nel 2023, di un sistema di controlli in base al rischio fitosanitario.
Altri punti focali sono il controllo delle viti inselvatichite e dei vigneti abbandonati, nonché un’attenzione particolare sulla qualità fitosanitaria del materiale vivaistico utilizzato nei nuovi impianti.
Altri interventi sullo scafoideo (insetto vettore) e sulla sua diffusione sul territorio, saranno effettuati in 120 vigneti, controllando le forme giovanili dell’insetto che si trovano nella pagina inferiore della foglia (rilievosequenziale), poi attraverso trappole cromotropiche. Osservazioni specifiche saranno condotte in 10 aziende pilota sullo sviluppo dell’insetto per fornire informazioni tempestive tramite i Bollettini di produzione integrata e biologica del Settore fitosanitario sui momenti ottimali per effettuare i trattamenti.
In merito, è in discussione tra il Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare e delle Foreste e il Ministero della Sanità la possibilità di concedere l’utilizzo in deroga per usi emergenziali di prodotti fitosanitari attualmente non consentiti che hanno dimostrato una maggiore efficacia nella lotta al vettore. Per quanto riguarda la sperimentazione, con l’impiego di droni e mini elicottero saranno identificati i vigneti con piante che riportano i sintomi causati da flavescenza dorata. La sperimentazione con i droni sarà effettuata in collaborazione con l’università di Bologna e il Consorzio Fitosanitario di Piacenza. L’analisi dei dati servirà a mettere a punto un sistema per individuare le piante sintomatiche tra quelle asintomatiche nella maniera più precisa e veloce possibile e con il minimo intervento da parte dell’operatore.
Sono previste inoltre attività di ricerca per individuare nuove strategie di controllo della malattia tramite endoterapia, preparati microbiologici e induttori di resistenza insieme ad indagini su possibili nuovi vettori della malattia; inoltre sono programmate attività sperimentali per il miglioramento della qualità fitosanitaria del materiale vivaistico che comprendono sia la verifica in campo delle barbatelle termotrattate, che i risultati dell’effettivo risanamento in caso di materiale vegetale accidentalmente infetto.