14 Aprile 2021
CINGHIALI: OMS FERMA LA VENDITA DI SELVATICI PER IL RISCHIO DI MALATTIE INFETTIVE

Coldiretti Reggio Emilia: deve continuare l’impegno nell’arginare il proliferare di cinghiali e contenere la densità di popolazione.

In provincia si stimano più di 5 mila capi

 

Deve continuare l’impegno concreto per fermare la proliferazione degli animali selvatici con il numero dei cinghiali presenti in provincia di circa 5 mila capi, superando abbondantemente l’equilibrio biologico sopportabile dal territorio, con i conseguenti danni, incidenti ed anche un evidente rischio sanitario. È quanto afferma la Coldiretti reggiana nel commentare la richiesta dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) di fermare la vendita di selvatici vivi nei mercati alimentari tradizionali per prevenire la diffusione delle malattie infettive.

Nella pubblicazione del 12 aprile l’Oms scrive che “gli animali, in particolare quelli selvatici, sono la fonte di oltre il 70% di tutte le malattie infettive emergenti nell’uomo, molte delle quali sono causate da nuovi virus. I mammiferi selvatici, in particolare, rappresentano un rischio per l’emergere di nuove malattie”.

È sempre più frequente – sottolinea la Coldiretti di Reggio Emilia - la presenza di animali selvatici nelle città alla ricerca di cibo tra i rifiuti, nei parchi e addirittura nei cortili delle case alla ricerca di cibo con evidenti rischi per la salute e di contagi degli allevamenti. Una emergenza che si allarga dalle campagne alle città compromettendo l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali anche in aree di elevato pregio naturalistico.

«La questione sanitaria denunciata dall’OMS – commenta il direttore della Coldiretti di Reggio Emilia Maria Cerabona – riporta l’attenzione su una problematica relativa agli animali selvatici mai risolta. È necessario il controllo della presenza dei cinghiali sul territorio che causa all’agricoltura danni gravissimi, aumenta il rischio sanitario».

I cinghiali restano il pericolo numero uno per l’introduzione del virus della Peste suina Africana in Italia. La nostra regione è territorio indenne – commenta la Coldiretti - ma l’allerta rimane alta. L’alta concentrazione di capi presenti in provincia potrebbe aumentare i rischi di epidemie e una delle misure per contrastarle è la gestione numerica della popolazione di cinghiali facendo leva sulla riduzione della densità.

Un problema reale evidenziato dallo stesso Piano di sorveglianza e prevenzione per il 2021, pubblicato dal ministero della Salute. L’azione secondo il Piano – continua la Coldiretti - deve essere indirizzata alla riduzione sia numerica che spaziale attraverso azioni programmate di controllo.

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