29 Giugno 2016
ANTITRUST: GRANDI MARCHI OLIO INGANNEVOLI

Antitrust: grandi marchi olio ingannevoli, piovono multe
Multate Lidl Italia s.r.l. (con una sanzione di 550.000 euro per il marchio Primadonna), Coricelli (con una sanzione di 100.000 euro per il marchio omonimo Pietro Coricelli extravergine di oliva) e Carapelli-Firenze (con una sanzione di 300.000 euro per i marchi Sasso Classico, Carapelli Il Frantoio e Bertolli Gentile), per avere commercializzato come extravergine di oliva un olio diverso, con caratteristiche organolettiche inferiori a quelle fissate con legge per la classe merceologica falsamente vantata. Lo rende noto la Coldiretti nel segnalare che l’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm), ha concluso per l’ingannevolezza dei messaggi pubblicitari resi attraverso l’impiego di etichette, la diffusione di volantini cartacei e di messaggi via internet che esaltano le caratteristiche di semplici oli di oliva vergini, lasciando credere erroneamente al consumatore che si tratti di oli di qualità superiore.
Le società coinvolte si sono difese rilevando, in particolare, l’inaffidabilità delle prove organolettiche in quanto basate su parametri soggettivi che possono condurre a risultati imprevedibili. Al contrario, l’Antitrust ha ribadito che le analisi svolte dai Nas dei Carabinieri e dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli, devono considerarsi della massima attendibilità perché si tratta di soggetti pubblici che hanno il compito specifico di compiere tale tipo di controlli, attestando ogni singola fase della procedura, che va dal prelevamento dei campioni alla certificazione delle analisi compiute.
Le pronunce dell’Agcm – preicsa la Coldiretti - confermano, pertanto, la centralità del panel test come strumento privilegiato di controllo contro le frodi e le contraffazioni che questo pregiatissimo prodotto italiano si trova a dover subire continuamente sul mercato, come Coldiretti denuncia ormai da tempo. La posta in gioco – conclude la Coldiretti - è alta e l’attenzione deve essere costante perché ne va della reputazione delle imprese che fanno del vero made in Italy.

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