8 Febbraio 2011
ANTICIPO DI UN MESE PER LA FIORITURA DELLA MIMOSA

 
L’improvviso arrivo del bel tempo con una anomala ondata di caldo primaverile risveglia la natura con  le mimose che sono addirittura fiorite in anticipo di  un mese rispetto alla tradizionale festa della donna dell’8 marzo, in molte regioni. E’ quanto afferma la  Coldiretti sugli effetti della temperatura piu’ elevata della media che si sta manifestando sulla penisola a seguito all'anticiclone che da oltre una settimana si e' spostato sull'Italia. L’anticipo di fioritura che colora di giallo giardini e campagne è - sottolinea la Coldiretti - il segnale piu’ tangibile degli effetti dei cambiamenti del clima sulle mimose che sono piante particolarmente sensibili. Le temperature piu’ elevate delle medie stagionali hanno in realtà conseguenze - continua la Coldiretti - su tutte le piante dove viene stimolato il risveglio vegetativo con la linfa che riprende a circolare e le gemme che si accrescono. Il rischio come preannunciato è che l'alta pressione tenderà ad elevarsi verso la penisola scandinava, attivando  gelidi ed impetuosi venti polari che tenderanno a raggiungere l'area Balcanica entro il 14 Febbraio con masse d'aria gelida continentale che pare possano raggiungere anche i versanti adriatici provocando nevicate diffuse fino in pianura. Il ritorno sull’Italia del brutto tempo con un brusco abbassamento delle temperature - sostiene la Coldiretti - potrebbe trovare le piante prive di difese. i danni da gelo nei vegetali in seguito all’ abbassamento della temperatura si manifestano  soprattutto negli organi della pianta più ricchi d'acqua come i frutti, i fiori, le foglie ed altri organi erbacee. Un pericolo che - precisa la Coldiretti - riguarda anche le piante coltivate che potrebbero essere colpite dalla recrudescenza del freddo nel momento più critico con danni ingentissimi.
Il manifestarsi di eventi sempre piu’ estremi come le improvvise ondate di caldo in piena estate o l’aumento dell'intensità delle precipitazioni ma anche gli sfasamenti stagionali sono - afferma la Coldiretti - il risultato dei cambiamenti climatici destinati a produrre conseguenze strutturali sull'attività agricola. Si tratta di processi che - conclude la Coldiretti - rappresentano una nuova sfida per l'impresa agricola e per la ricerca  che devono interpretare il cambiamento e i suoi effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio.

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