28 Luglio 2014
AGRITURISMI A RISCHIO CON TASI E TARI

Non tarpare le ali al turismo in campagna e nelle aree rurali, che consente di scoprire le bellezze ambientali e culturali dell’entroterra dell’Emilia Romagna e di mantenere vivo il territorio. È questo il senso della lettera che Terranostra Emilia Romagna, l’associazione agrituristica di Coldiretti, ha scritto all’assessore all’Agricoltura Tiberio Rabboni, per evitare che, nell’applicazione della tassazione Tari e Tasi, le aziende agrituristiche fossero parificate in tutto e per tutto a imprese turistico-alberghiere e di ristorazione, nonostante i vincoli che limitano l’attività agrituristica.
Con soddisfazione Terranostra regionale ha perciò accolto la lettera che l’assessore Rabboni, facendo proprie le sollecitazioni dell’associazione agrituristica di Coldiretti, ha scritto all’Anci dell’Emilia Romagna, esprimendo la preoccupazione che i Comuni (titolari delle due tasse) scegliessero una applicazione di Tari e Tasi “troppo semplicistica, che non tiene conto delle specificità dell’agriturismo”.
Nella lettera – informa Terranostra – l’assessore ricorda che “l’attività agrituristica è regolamentata e limitata da numerosi vincoli legislativi che la differenziano dalle attività ristorative o alberghiere vere e proprie del settore commerciale: gli imprenditori agrituristici devono usare prodotti propri nella ristorazione, devono somministrare pranzi tipici del territorio, hanno limitazioni nell’uso dei fabbricati esistenti e nel volume di attività di ospitalità e ristorazione”.
Coldiretti Reggio Emilia ha presentato a tutte le Amministrazioni le proprie proposte per l’applicazione della Tari e Tasi e già alcuni Comuni nella nostra provincia, Reggio Emilia e Novellara, hanno riconosciuto la peculiarità dell’agriturismo, indicando nei loro regolamenti che alle attività agrituristiche è riconosciuta una riduzione della parte variabile in base ai giorni in cui l’attività è esclusa.
«Applicare ai 1.100 agriturismi dell’Emilia Romagna un’aliquota Tari e Tasi alla pari delle altre attività turistiche – commenta Terranostra - rischia di frenare lo sviluppo di un turismo alternativo, partito a fatica sul quale si sta investendo da anni, di chi va alla ricerca di vacanze enogastronomiche che percorrono itinerari del gusto e delle produzioni locali e di vacanze verdi alla riscoperta dei paesaggi rurali tipici delle nostre campagne e colline oltre ai parchi, oasi e bellezze architettoniche delle aree rurali».
Occorre ricordare che l’agriturismo come attività multifunzionale è integrativa dell’attività agricola (che resta sempre prevalente) ed è importante per la permanenza di aziende agricole in zone molte volte disagiate. Questo contribuisce a mantenere la presenza degli agricoltori in zone dove svolgono un ruolo fondamentale di presidio del territorio, di manutenzione ambientale e idrogeologica e di salvaguardia di attività economiche che diversamente rischiano di sparire.
L’auspicio – conclude Terranostra – è che i 348 Comuni emiliano romagnoli, come avvenuto già in altre regioni, siano sensibili alla nostra richiesta e alle sollecitazioni dell’assessore.

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