19 Luglio 2012
100 allevatori reggiani rischiano il carcere

100 allevatori reggiani e più di 800 in Emilia Romagna rischiano di incorrere in sanzioni penali, che prevedono anche l’arresto, a causa di un gravissimo ritardo della Regione nell’emanare le norme che consentono alle imprese che realizzano prodotti di alta qualità, come il prosciutto di Parma, la mortadella, il culatello, le carni di vacca romagnola, di mettersi in regola. La denuncia è di Coldiretti, Confagricoltura, Cia e Copagri dell’Emilia Romagna, che hanno scritto una lettera al presidente Vasco Errani, per denunciare l’enorme ritardo nell’emanazione delle norme che consentono agli allevamenti di vacche e maiali di mettersi in regola con le norme sulla qualità dell’aria. E’ già dallo scorso autunno – spiegano le organizzazioni – che la modifica al testo unico in materia ambientale stabilisce che le Regioni devono fissare le norme che consentano alle aziende di presentare entro il 31 di luglio domanda di autorizzazione alle emissioni in atmosfera negli allevamenti. La delibera, approvata il 16 luglio, già in abbondante ritardo,  è stata divulgata solo oggi.
E’ possibile – si chiedono Coldiretti, Confagricoltura, Cia e Copagri – che l’assessorato all’Ambiente in 200 giorni non sia riuscito ad approvare una delibera e ad emanare i moduli per la domanda, mentre i poveri cittadini-contribuenti debbono presentare domanda in soli 8  giorni lavorativi?
E’ inspiegabile – commentano le organizzazioni – che in un momento di forte crisi, ad aggravare la situazione degli agricoltori ci si metta anche la Regione incapace di fare in tempi adeguati una semplice delibera.

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