24 Luglio 2025
VINO: BENE RINVIO ETICHETTE ALLARMISTICHE, ORA CANCELLAZIONE OBBLIGATORIA

La decisione dell’Irlanda di rinviare al 2028 l’applicazione delle etichette allarmistiche sugli alcolici è senza dubbio positiva ma l’auspicio è che si possa arrivare alla cancellazione definitiva di una norma distorsiva che rappresenta un precedente pericoloso, soprattutto per quel che riguarda il vino, oltre che totalmente privo di basi scientifiche.

Ad affermarlo sono Coldiretti e Filiera Italia in occasione dell’annuncio irlandese di voler posticipare l'entrata in vigore delle etichette sanitarie obbligatorie sulle bottiglie di alcolici, previste inizialmente per maggio 2026. L’iniziativa del Governo irlandese era stata di fatto avallata dall’Unione Europea, nonostante – rileva Coldiretti – i pareri contrari di Italia, Francia e Spagna e altri sei Stati Ue, che consideravano la misura una barriera al mercato interno.

Il progetto prevede di apporre sulle bottiglie avvertenze terroristiche, che non tengono conto delle quantità, come “il consumo di alcol provoca malattie del fegato” e “alcol e tumori mortali sono direttamente collegati”.

Coldiretti ha denunciato a più riprese come la proposta irlandese finisce per assimilare in maniera del tutto scorretta l’eccessivo consumo di superalcolici, tipico dei Paesi nordici, al consumo moderato e consapevole di prodotti di qualità a più bassa gradazione, di cui il vino rappresenta ormai da anni il simbolo.

Il commissario europeo alla Salute Olivér Várhelyi aveva ritenuto che l’idea irlandese non rappresentasse uno strumento efficace per promuovere modelli di consumo moderati, durante l’ultima edizione del Vinitaly, durante la quale il presidente Ettore Prandini, il segretario generale Vincenzo Gesmundo e l’amministratore delegato di Filiera Italia Luigi Scordamaglia gli avevano illustrato i rischi legati alle etichette allarmistiche.

Coldiretti e Filiera Italia sono impegnate anche a far riconoscere lo stesso principio e la stessa differenza tra consumo consapevole di alcol e ‘harmful use’, uso dannoso, nel documento che dovrà definire la posizione italiana ed europea alla Quarta Riunione di alto Livello sulla prevenzione ed il controllo delle malattie non trasmissibili dell’Onu a settembre.

Anche se le esportazioni di vino italiano in Irlanda sono state nel 2024 pari ad appena 59 milioni di euro, le “warning labels” – afferma la Coldiretti – rischiano di aprire le porte in Europa e nel mondo a campagne di ingiusta demonizzazione che colpirebbero una filiera che in Italia vale 14,5 miliardi di euro, principale voce dell’export agroalimentare. Un ulteriore colpo ad un settore che sta registrando i primi effetti negativi dalla guerra dei dazi scatenata dal presidente americano Donald Trump.

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