Il rischio incendi è elevato anche nella nostra provincia per effetto del caldo e della prolungata siccità; caldo e siccità infatti sono un mix esplosivo che si sommano all’avanzata del bosco che senza alcun controllo si è impossessato dei terreni incolti con una densità che li rende del tutto impenetrabile ai necessari interventi di manutenzione, difesa e sorveglianza.
L’Italia non è mai stata così ricca di boschi ma, a differenza del passato, si tratta di aree senza alcun controllo diventati vere giungle ingovernabili con rischi per l’ambiente e la stabilità idrogeologica mettendo a rischio la vita delle popolazioni locali. Sono 600 mila ettari di superficie boschiva della nostra regione, ricorda la Coldiretti di Reggio Emilia, cresciuta del 20% negli ultimi trent’anni, numeri che la collocano tra le regioni con il più alto indice di boscosità in Italia. Solo il Parco dell’Appennino Tosco Emiliano copre una superficie complessiva pari a 22.792 ettari.
«In queste aree – commenta Daniele Immovilli, segretario della Coldiretti di Castelnovo ne’ Monti – sono gli agricoltori a presidiare il territorio ed i primi a lanciare allarmi e segnalazioni ed, in alcuni casi, anche ad attivare un primo intervento».
«La stagione climatologica appena conclusa – dichiara la Coldiretti reggiana con riferimento ai dati del Cnr - è stata la seconda più calda dal 1800 ad oggi, con un’anomalia di +1,9 gradi e la terza più asciutta con un deficit di quasi il 50% dopo che anche l’inverno si era classificato al terzo posto tra i più asciutti con il 48% di precipitazioni in meno, con valori di temperatura superiori di 0,49 gradi alla media di riferimento».
La Coldiretti ha elaborato un elenco di avvertenze per limitare gli incendi. La prima regola è quella di evitare di accendere fuochi non solo nelle aree boscate ma anche in quelle coltivate o nelle vicinanze di esse e nelle aree attrezzate, dove è consentito, occorre controllare costantemente la fiamma e verificare prima di andare via non solo che il fuoco sia spento, ma anche che le braci siano completamente fredde. Non gettare mai mozziconi o fiammiferi accesi dall’automobile, soprattutto nelle campagne - precisa la Coldiretti - e nel momento in cui si è scelto il posto dove fermarsi verificare che la marmitta della vettura non sia a contatto con erba secca che potrebbe incendiarsi. Inoltre - continua la Coldiretti - non abbandonare mai rifiuti o immondizie nelle zone boscate o in loro prossimità e in particolare, evitare la dispersione nell'ambiente di contenitori sotto pressione (bombolette di gas, deodoranti, vernici, ecc.) che con le elevate temperature potrebbero esplodere o incendiarsi facilmente. Nel caso in cui venga avvistato un incendio - consiglia la Coldiretti - non prendere iniziative autonome ma avvisare subito il Corpo forestale dello Stato telefonando al numero 1515 o al 115 pronto intervento dei Vigili del Fuoco segnalando il luogo dove si scorge il fumo o si vedono le fiamme e comunicando località e Comune.
Il rischio incendi è elevato anche nella nostra provincia per effetto del caldo e della prolungata siccità; caldo e siccità infatti sono un mix esplosivo che si sommano all’avanzata del bosco che senza alcun controllo si è impossessato dei terreni incolti con una densità che li rende del tutto impenetrabile ai necessari interventi di manutenzione, difesa e sorveglianza.
L’Italia non è mai stata così ricca di boschi ma, a differenza del passato, si tratta di aree senza alcun controllo diventati vere giungle ingovernabili con rischi per l’ambiente e la stabilità idrogeologica mettendo a rischio la vita delle popolazioni locali. Sono 600 mila ettari di superficie boschiva della nostra regione, ricorda la Coldiretti di Reggio Emilia, cresciuta del 20% negli ultimi trent’anni, numeri che la collocano tra le regioni con il più alto indice di boscosità in Italia. Solo il Parco dell’Appennino Tosco Emiliano copre una superficie complessiva pari a 22.792 ettari.
«In queste aree – commenta Daniele Immovilli, segretario della Coldiretti di Castelnovo ne’ Monti – sono gli agricoltori a presidiare il territorio ed i primi a lanciare allarmi e segnalazioni ed, in alcuni casi, anche ad attivare un primo intervento».
«La stagione climatologica appena conclusa – dichiara la Coldiretti reggiana con riferimento ai dati del Cnr - è stata la seconda più calda dal 1800 ad oggi, con un’anomalia di +1,9 gradi e la terza più asciutta con un deficit di quasi il 50% dopo che anche l’inverno si era classificato al terzo posto tra i più asciutti con il 48% di precipitazioni in meno, con valori di temperatura superiori di 0,49 gradi alla media di riferimento».
La Coldiretti ha elaborato un elenco di avvertenze per limitare gli incendi. La prima regola è quella di evitare di accendere fuochi non solo nelle aree boscate ma anche in quelle coltivate o nelle vicinanze di esse e nelle aree attrezzate, dove è consentito, occorre controllare costantemente la fiamma e verificare prima di andare via non solo che il fuoco sia spento, ma anche che le braci siano completamente fredde. Non gettare mai mozziconi o fiammiferi accesi dall’automobile, soprattutto nelle campagne - precisa la Coldiretti - e nel momento in cui si è scelto il posto dove fermarsi verificare che la marmitta della vettura non sia a contatto con erba secca che potrebbe incendiarsi. Inoltre - continua la Coldiretti - non abbandonare mai rifiuti o immondizie nelle zone boscate o in loro prossimità e in particolare, evitare la dispersione nell'ambiente di contenitori sotto pressione (bombolette di gas, deodoranti, vernici, ecc.) che con le elevate temperature potrebbero esplodere o incendiarsi facilmente. Nel caso in cui venga avvistato un incendio - consiglia la Coldiretti - non prendere iniziative autonome ma avvisare subito il Corpo forestale dello Stato telefonando al numero 1515 o al 115 pronto intervento dei Vigili del Fuoco segnalando il luogo dove si scorge il fumo o si vedono le fiamme e comunicando località e Comune.