È necessario ricomprendere tra le attività usuranti da esentare dall’adeguamento automatico dell’età pensionabile all’aspettativa di vita non solo gli operai agricoli ma anche i lavoratori autonomi agricoli, ovvero i coltivatori diretti che svolgono i medesimi lavori e anche con maggiore intensità. È quanto chiede Francesco Bosco, presidente dell’Associazione Pensionati della Coldiretti reggiana che rappresentata oltre 6000 pensionati agricoltori, in merito all’ipotesi dello stop dell’aumento a 67 anni dell’età dal 2019 per 15 categorie di lavori gravosi: oltre alle 11 già fissate dall’Ape social, altre 4 (agricoli, siderurgici, marittimi e pescatori).
Occorre evitare - sottolinea la Coldiretti - una ingiustificata discriminazione nel lavoro dei campi riconoscendone le specificità.
«L’estensione della deroga nelle campagne – conclude Bosco - è anche una spinta per il ricambio generazionale in un settore come quello agricolo dove si assiste ad una crescente domanda di lavoro da parte di giovani. La riduzione dell’età nelle campagne concorrerebbe anche alla riduzione dell’impatto degli infortuni che – conclude la Coldiretti reggiana – in agricoltura hanno ancora una incidenza più elevata rispetto agli altri settori.