30 Settembre 2015
Coldiretti: no a polveri del latte rispetta “patto salva formaggio”

Grande l’apprezzamento della Coldiretti di Reggio Emilia per la decisione del Governo di confermare il no alla produzione di formaggi senza latte fresco alla scadenza dell’ultimatum da parte della Commissione Europea. È stato rispettato ‘Il patto salva formaggio italiano’ simbolicamente siglato dal presidente del Consiglio Matteo Renzi e dal Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina davanti a 30mila agricoltori della Coldiretti ad Expo dove il premier aveva “adottato” le specialità casearie tricolori contro il diktat europeo sul via libera all’utilizzo delle polveri.
«La decisione - sottolinea Assuero Zampini direttore della Coldiretti di Reggio Emilia – è stata supportata anche dalla petizione popolare che continua supportata dalla collaborazione di associazioni e movimenti locali». Hanno già aderito decine di migliaia di italiani, soprattutto dopo la mobilitazione degli agricoltori dal Brennero a Bruxelles fino all’Expo.
«Nella lettera indirizzata a Bruxelles – puntualizza Vito Amendolara, delegato confederale di Coldiretti Reggio Emilia - il Governo rileva che la materia non è armonizzata, quindi c’è libertà per gli Stati membri di avere norme più restrittive rispetto a quelle Ue e che la legge italiana non produce effetti distorsivi della concorrenza».
Il 29 settembre - ricorda la Coldiretti - scadeva l’ultimatum fissato dalla Commissione Europea sulla richiesta all’Italia di porre fine al divieto di detenzione e utilizzo di latte in polvere, latte concentrato e latte ricostituito per la fabbricazione di prodotti lattiero caseari previsto storicamente dalla legge nazionale. La lettera di “diffida” della Commissione Europea sull’infrazione n.4170 - precisa la Coldiretti - voleva imporre all'Italia di produrre “formaggi senza latte” ottenuti con la polvere con il rischio di far sparire 487 formaggi tradizionali censiti dalle Regioni italiane ottenuti secondo metodi mantenuti inalterati nel tempo da generazioni.
«Dal nostro punto di vista – commentano Zampini e Amendolara - si tratta di un inganno per i consumatori che mette a rischio un patrimonio gastronomico custodito da generazioni, con effetti sul piano economico, occupazionale ed ambientale. Con un chilo di polvere di latte, che costa sul mercato internazionale 2 euro è possibile produrre 10 litri di latte, 15 mozzarelle o 64 vasetti confezioni di yogurt e tutto con lo stesso identico sapore perché viene a mancare quella distintività che viene solo dal latte fresco dei diversi territori».

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Approfondisci

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi