Ambiente
Regione Emilia Romagna contro allevatori e produzioni tipiche
1.500 gli allevamenti chiusi a Reggio Emilia negli ultimi 10 anni
Zani: verificare le origini dell’inquinamento. Arriva anche da altre fonti?
Ci sarà un motivo per cui in dieci anni a Reggio Emilia hanno chiuso quasi 1.500 allevamenti, oltre 26 mila in Emilia Romagna? È la domanda che si fa Coldiretti di fronte alla delibera della Regione Emilia Romagna per stoppare il decreto sviluppo che sospende per un anno i dettami della direttiva nitrati e lasciare così invariate le zone vulnerabili che rimangono quelle attualmente indicate dalla direttiva.
«L’impressione – afferma Marino Zani il presidente della Coldiretti reggiana – è che la Regione si accanisca sugli allevatori senza una adeguata e dovuta documentazione in merito al carico inquinante del bestiame allevato. Già da tempo sarebbe dovuto uscire la ricerca dell’Ispra commissionata e finanziata dalle Regioni, sulle cause e l’origine dell’inquinamento delle acque, ma finora non si è visto ancora nulla».
Si continua a legiferare come se i maggiori responsabili dell’inquinamento fossero i liquami agricoli ma nessuno è in grado di fornire dati e documentazione – precisa Zani. Non è mai stata divulgata infatti la ricerca che avrebbe fornito i dati agricoli ma anche ad esempio, solo per citare un’altra possibile fonte inquinante, il carico di azoto proveniente dai depuratori cittadini che finisce nelle acque pubbliche.
A questo punto, in vista delle prossime elezioni, crediamo – sostiene Coldiretti – che gli allevatori sapranno ben distinguere tra i politici che fanno scelte di promozione e valorizzazione dell’agricoltura e chi invece sull’agricoltura continua a gettare fardelli insostenibili.
Negli ultimi dieci anni a Reggio Emilia hanno chiuso i battenti quasi un migliaio di allevamenti bovini (-40%) e 200 aziende suinicole (-45%) per un calo di oltre 60 mila bovini (-38%) e 80 mila suini (-20%).
In questo modo la nostra provincia e l’intera Emilia Romagna si ritrovano più povere perché sono stati persi posti di lavoro e una ricchezza produttiva che è alla base dei principali prodotti enogastronomici, con il prosciutto di Parma e il Parmigiano Reggiano in testa.
«Nonostante gli allevamenti zootecnici siano considerati i maggiori responsabili dell’inquinamento delle acque da nitrati, un esempio eclatante è Rimini, la città dell’Emilia Romagna con maggiore inquinamento da nitrati dove non esistono però allevamenti zootecnici. È un controsenso – conclude Zani – che dovrebbe spingere a cercare le responsabilità anche in altre direzioni».