2 Dicembre 2009
PARMIGIANO REGGIANO: PERICOLO SOTTOCOSTO

Con l’avvicinarsi delle festività natalizie torna a comparire nelle corsie dei supermercati locali il Parmigiano Reggiano in veste di “civetta”,  prodotto ottimo - prezzo bassissimo.
Poco importa che questo prodotto in crisi da molto tempo abbia appena iniziato la faticosa risalita verso un prezzo più dignitoso e rispettoso della lunga opera necessaria a realizzarlo e del lungo tempo che impiega per diventare buono così com’è.
Infatti il prezzo all’ingrosso è leggermente aumentato negli ultimi mesi attestandosi  indicativamente sui 8,60-9 euro al chilo e portando il prezzo di vendita al dettaglio introno ai 12 euro, dando finalmente respiro alle imprese agricole zootecniche che da troppi anni sostengo costi di produzione più alti del prezzo di vendita del loro prodotto.
La grande distribuzione locale, ignorando forse le proprie origini e le basi su cui si fonda il sistema Parmigiano Reggiano fondato su un’agricoltura d’alta specializzazione e su una artigianalità di lavorazione che non trova riscontri in prodotti di così largo consumo, sceglie purtroppo ancora di frequente questo come il prodotto “attira clienti”, proponendolo ad un prezzo più basso di quello applicato alla vendita all’ingrosso. Sottocosti da 7.90 ai 9 euro sono inaccettabili soprattutto all’interno dei confini del comparto di produzione.
Questo è ledere oltre il prodotto stesso anche la dignità di un intero settore che ha tenuto duro negli anni per offrire a tutti noi un prodotto di altissima qualità e professionalità che affonda le sue radici nella nostra storia.
Dichiarare che il Parmigiano Reggiano sia fuori dalla crisi forse è troppo presto e azzardato ma certo è che serva una collaborazione per dare a questo prodotto una possibilità.
“Più volte abbiamo chiesto regole che disciplinino le vendite sottocosto e quelle promozionali”, commenta il presidente di Coldiretti Reggio Emilia, Marino Zani. “È inaccettabile che oltre la metà del Parmigiano Reggiano sia venduto sottocosto nella grande distribuzione organizzata, facendo crollare nei consumatori la percezione del Parmigiano Reggiano come un prodotto di alta qualità. È naturale che in momento come questo di crisi globale il consumatore stia attento al prezzo ma la grande distribuzione organizzata ha il dovere di collaborare nel mantenere la qualità di questo nostro prodotto alta, soprattutto all’interno della zona di produzione. Ci sono altri prodotti di largo consumo che possono essere utilizzati per richiamare i consumatori”.
“Sollecitiamo ancora una volta – Giovanni Pasquali, direttore di Coldiretti Reggio Emilia – l’intervento puntuale della politica per attivare leggi adeguate alla gestione del sottocosto e delle vendite promozionali così come avviene in altri paesi europei. Vendere il Parmigiano Reggiano sottocosto è concorrenza sleale e vendita ingannevole. Infatti crea nel consumatore l’idea che quello “sottocosto” sia il prezzo adeguato e giusto del prodotto mentre così non è. L’inganno delle promozioni confonde i consumatori sui prezzi del Parmigiano Reggiano proposto normalmente nei punti vendita aziendali o negli stessi caseifici”.

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